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GEA CULPA

Creazione e Ideazione: Aura Calarco

Creazione e Ideazione: Aura Calarco
Interpreti: Aura Calarco, Gaia Mondini/swing Stefania Menestrina
Musiche: Mix originale di Artisti Vari e composizioni di giovani autori contemporanei.
Crediti: Finalista Premio Twain_direzioniAltre 2023
Con il sostegno di COB Compagnia Opus Ballet, Fondazione Horcynus Orca

 

“Gea Culpa” è una terra di solitudine condivisa.

E’ un mondo di figure e suoni appartenenti più alla psiche che alla realtà, un sogno da svegli.

La storia di Gea è un racconto interrotto, lo sliding doors\l’incidente di percorso che porta a confrontarsi con un altro essere: una figura non troppo definita, un ipotetico sé rimasto ingabbiato.
Da quel momento in poi si apre un limbo fatto di tempo e scelta, gabbia e libertà, limite e superamento.
Il bivio senza segnaletica è:
Scegliere di condividere con la propria parte errante una quotidianità sfacciata, accontentandosi di una realtà smezzata o uscire da questa catena di interruzioni e ritrovare la libertà?
Sarà necessario abbandonarsi, rinascere completamente e ogni tanto con nostalgia pensare “wish you were here” per poi proseguire.

TEMATICHE E ISPIRAZIONI
Il punto di partenza per la nostra ricerca è stata una riflessione personale sul proprio “peccato immaginario” che scaturisce dalla nostra finitudine, dal nostro essere ed agire nel mondo. Il percorso di conoscenza e consapevolezza di sé che permette di scoprire infinite possibilità ma anche rischi, errori e aspetti scomodi del proprio io, indagando su quanto la realtà psichica giochi un ruolo fondamentale nella decisione di dare una direzione alla propria storia.
Siamo passate prima da una profonda ricerca confrontata con una condizione di solitudine (Gea Culpa solo), lasciando all’improvvisazione gran parte della composizione e trovando un nuovo e interessante linguaggio corporeo per esprimere l’ingabbiamento e il limite auto imposto. Successivamente ci siamo rese conto di come sia impossibile conoscersi a fondo senza la condivisione e abbiamo continuato in due
l’esplorazione del tema della perdita e sdoppiamento di sé.
Ci siamo liberamente lasciate ispirare da suggestioni musicali come l’album Wish You were Here dei Pink Floyd, da suggestioni visive come la figura della clessidra per lo scandire del tempo avverso al tempo personale e tantissimi altri elementi fotografici, cinematografici che vorremmo fossero parte integrante, oltre la danza, al racconto di quello che per noi significa questo progetto. Pensiamo che Gea, in fondo, possa essere la storia di ognuno di noi, e mostrare la possibilità che abbiamo attraverso qualsiasi arte di poter andare incontro a tante piccole nuove nascite.